Chi è
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Gianna Tuninetti cresce alla scuola di importanti artisti torinesi, tra cui “Golia”, pittore, grafico, costumista. Carattere fortissimo, volitivo ed eclettico, Tuninetti si dedica da principio agli studi di grafica moderna in uno studio pubblicitario dove ha l’occasione di esprimere il rigore grafico e l’estrema pulizia delle forme che da sempre caratterizzano il suo tratto d’artista e che saranno gli elementi distintivi del suo lavoro di stilista di moda. Ma è l’amore per i fiori, passione tenace, e la loro rappresentazione a condurla nei primi anni ’90 verso la scelta professionale definitiva: la pittura. Da quel momento Gianna Tuninetti dedica all’arte tutta la sua energia, la sua fantasia, dipingendo il caleidoscopico mondo della natura in acquerelli impalpabili. |
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Gli acquarelli |
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La sua prima mostra a Torino riscuote un successo insperato. Al debutto sono poi seguite interessanti personali nella francese Briancon, nei siti olimpici di Bardonecchia, Sestriere, Pragelato, a Milano nel quartiere di Brera, all’Orto Botanico. Arte a trecentosessanta gradi. I fiori di Gianna Tuninetti sbocciano oggi, oltre che sulla tela, su sete impalpabili, calendari raffinati, libri finemente illustrati, biglietti d’auguri. |
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Pittura botanica
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La ritroviamo negli scavi archeologici: basti pensare agli affreschi delle tombe egizie e etrusche. La ritroviamo nei fiori dei mosaici delle antiche ville patrizie di Roma e Pompei. Rose e gigli sono preponderanti nell’iconografia cristiana.
La pittura botanica attraversa i secoli, le culture, le religioni. Nei secoli 6/700 si fa “didascalica” al servizio dei grandi viaggiatori i quali girano il mondo alla ricerca di nuovi fiori, nuove piante che andranno ad arricchire le collezioni delle Case Regnanti.
E’ quello il tempo dei disegnatori-viaggiatori che annotano su taccuini schizzi e caratteristiche delle piante appena scoperte.
La capacità di rappresentazione fedele del pittore botanico è, per quei tempi, l’unica possibilità di tramandare ai posteri l’informazione. Allora, come oggi, ha la pretesa (più o meno giustificata) di riprodurre “scientificamente” l’essenza ritratta e, a scanso di confusione, ne riporta regolarmente il nome scientifico-botanico cui potersi confrontare con il soggetto reale.
Per queste rappresentazioni sono rimaste “ingessate nel tempo” le tecniche pittoriche, le impostazioni grafiche e la scelta dei soggetti.
Nel panorama internazionale della pittura botanica c’è grande voglia di rinnovamento. Maggiore libertà compositiva, uso del colore dinamico ed espressivo, attenzione all’aderenza scientifica del soggetto senza esserne schiavizzati, ricerca emozionale e poetica: sono queste le caratteristiche indispensabili racchiuse nella pittura botanica contemporanea.
E tutto questo lo troviamo nella pittrice botanica torinese Gianna Tuninetti.
L’arte naturalistica da lei rappresentata affascina per la capacità di regalare un’anima anche ad una cipolla, con la stessa sensibilità riesce a trasmettere poesia e profumi in una grande composizione di fiori primaverili ma anche in un quadro di rosse, croccanti cicorie.
Le sue opere fanno parte di importanti collezioni in Italia, Svizzera, Inghilterra e Stati Uniti. |
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